La comunicazione di una campagna agli inizi

La campagna elettorale è decisamente cominciata e i partiti hanno già iniziato ad assaltare (a spese nostre) gli spazi pubblicitari delle nostre stazioni, aeroporti e strade.

Prescindendo dalle posizioni politiche di ognuno è indubbio che sul piano dell’immagine il PD è molto più lanciato del partito di Berlusconi. Lo è stato sin da subito con l’idea veltroniana di correre da soli, lo è ora con il caso De Mita che, se dal punto di vista strategico può essere pericoloso (il pacchetto voti del ex DC è molto consistente), dal punto di vista dell’immagine pubblica é un’ottima mossa (non per niente i canali Mediaset hanno limitato abbondantemente la notizia).

Stranamente per la prima volta nella storia recente il centro sinistra non si trova a dover rincorrere gli avversari sul piano dell’immagine. Unica eccezione fatta per il caso Rutelli candidato sindaco di Roma che, contrariamente al caso De Mita, se è giustificato da un punto di vista strategico (l’election day obbliga i partiti a blindare i voti presentando figure di spicco), è un formidabile assist per gli avversari che lo useranno per attaccare l’immagine di innovatori che si è costruito il PD.

In questa situazione generale il PDL, più che dar mostra di rincorrere sembra adagiato e quieto in attesa degli eventi. Ci sono 3 considerazioni sulla comunicazione fatta fino ad ora. La prima è che viene continuamente evitato lo scontro con Veltroni, poco o per nulla citato negli eventi pubblici e negli interventi televisivi dei leader del partito di Berlusconi; la seconda è che stanno cercando in ogni modo di mantenere sul campo da gioco la figura di Prodi, che è notoriamente non amata dall’elettorato; la terza considerazione da fare riguarda la figura del leader del PDL, è significativo come, nello stesso modo con cui si tenta di mantenere fuori dal gioco Veltroni, si stia facendo la stessa cosa con Berlusconi. Ebbene si! Poche apparizioni pubbliche, poco miscuglio con il resto dei candidati premier, poche interviste, si è persino arrivati a non utilizzare la sua foto nei manifesti della CDL. Berlusconi, che da sempre ha messo prima di tutto il suo sorriso e il suo volto, oggi si sottrae e rimane nell’ombra dello scontro. In sostanza la tecnica usata ricorda molto quella di Prodi alle ultime elezioni, consapevoli di quanto la sua figura fosse controproducente per l’immagine dell’Unione è rimasto in panchina fino alle ultime tre settimane quando, in effetti, è iniziato il forte calo del partito di centro sinistra. Così come Prodi allora, oggi Berlusconi rappresenta il vecchio, la politica di una volta, la puzza di stantio, il suo sorriso non è più in grado di colpire come lo è stato in passato.

Ora bisognerà vedere come si muoveranno i sondaggi e le previsioni. Sicuramente il PD si continuerà ad avvicinare al PDL, per lo meno fino a che questo manterrà un profilo basso. La speranza della PDL è quella che il tempo non sia sufficiente al PD per recuperare l’elettorato incerto o deluso dai due anni di Prodi. In sostanza c’è una difesa a catenaccio da parte del partito di Berlusconi, ma attenzione, a forza di fare buchi nella difesa, c’è il rischio che chi difende ne esca stremato e chi attacca vada in meta; Galles-Italia, Cardiff, Rugby insegna.

In alternativa, c’è una soluzione che, sono convinto, sia già allo studio del team di Berlusconi; tenere il profilo del leader basso, evitare le sue foto, evitare la sua immagine, e, se a due settimane dal voto le cose andassero male, sostituire il candidato con un colpo di scena, monopolizzare così la comunicazione delle ultime due settimane  e vendere il tutto come grande atto di rinnovamento. Vedremo….