Si-si, Berlusconi è finito. Si-si, certo. E’ proprio finito.

Si-si, Berlusconi è finito. Si-si, certo. E’ proprio finito.

Sarà un difetto di carattere ma quando tutti la pensano troppo uguale mi viene sempre il dubbio che ci sia qualcosa che non torna.

Allora dico, provate per un momento ad immaginarvi nei panni di un elettore di destra una settimana fa.
Al 90% delle probabilità sareste stati di umore bello incazzato con il PDL: ormai è un partito che non dimostra più grande vitalità e lo stesso Berlusconi si fa fatica a sopportarlo ancora anche se lo si è votato.
La dispersione del consenso del PDL è in costante aumento e in una completa mancanza di punti di riferimento alternativi l’elettore di destra, a chiamata al voto, volentieri potrebbe optare per il divano di casa, o, addirittura per un molto attrattivo Renzi o un ancora fortissimo Grillo.

Ora congelate questo frame e immaginatevi nei panni di un Berlusconi a caso.
Huston we have a problem. Vi state dicendo. Gli elettori non ci votano più. Che fare?
Inoltre si aggiunge il fatto che il voi-nei-panni-Berlusconi sarete presto fuori dal parlamento per sopraggiunte condanne e che, appunto, manca all’appello un leader a sostituirvi.

Allora il voi nei panni di Berlusconi che farebbe? Quale sarebbe la vostra exit-strategy?
Io francamente non saprei proprio cosa fare ma so che quello che sta capitando é, studiato o casualmente, una delle migliori soluzione che uno stratega si sarebbe potuto inventare.

In tre giorni i fatti ci dicono che
- il centro destra ha marcato l’esistenza di un nuovo leader che prima mancava di legittimità perché (e questo può risultare difficile da comprendere per un elettore di sinistra) i leader si legittimano con la battaglia, con il campo, con il conflitto e con il sangue (apparente o reale che sia…).
- il centro destra ha riportato a casa, nella sua più ampia accezione, al di là del gruppo forza-italia-cattivi e forza-italia-buoni, un paio di milioni di elettori che adesso si trovano con l’alternativa nel centro destra mancante fino alla settimana scorsa.

E voi, tornati elettori di sinistra, abbandonati i panni precedenti, pensate veramente che il neo partito dei rivoluzionari-colombe pidielline domani non diventi il miglior alleato del radicalizzato Forza Italia? Veramente secondo voi non basterà una scusa qualunque per girare le spalle a Letta e damblé tornare a ricomporre il consenso sotto l’egemonia diretta o indiretta del grande capo Berlusconi?

Mettiamola così, in termini scacchistici, i neri hanno scoperto la Regina, i bianchi goduriosi se la stanno mangiando e nel frattempo, approfittando dei bianchi con la pancia piena, i neri, con il loro Re, preparano lo scacco matto.

Vogliamo scommettere che finisce così? Alla faccia del Berlusconi ormai fritto.
Vogliamo scommettere che un apparente conflitto a destra diventerà presto una diarchia di governo dove Berlusconi decide ancora la linea?

Io ci metto una pizza e ci si risente tra qualche mese.

Perché alla fine Matteo Renzi sosterrà Pippo Civati..

Perché alla fine Matteo Renzi sosterrà Pippo Civati..

Questo week end sono stato a Reggio Emilia all’incontro “W la Libertá” organizzato da Pippo Civati, occasione per vedere un po’ di bella gente, in un contesto informale, da tutto il paese, con grande voglia di cambiamento.

Civati ha tessuto negl’anni una serie di reti, alcune delle quali poi non ha governato, alcune che ha abbandonato, alcune che ha riattivato sulla base di esigenze progettuali. Facendo un po’ il maoista, come dice un caro amico, costruire reti e lasciarle al loro autogoverno, ad uno spontaneismo aggregante sulla base, ognuna, delle proprie caratteristiche.

Una metodologia probabilmente non pensata a tavolino ma eseguita largamente. Con alcuni evidenti risultati importanti ma anche alcune contraddizioni. Che poi non sono vere contraddizioni ma più propriamente criticità o opportunità in base al punto di vista da cui guardarle.

Così trovi che ad ascoltare Civati ci stia il deluso-vendoliano-vada-retro-Renzi-che-fa-politiche-di-destra, il società-civile-che-noi-siamo-il-vero-paese, il giovane-democratico-sempre-sulla-linea-raciti-adesso-illuminato-occupypd il lettore-assiduo-di-noisefromamerika-elettore-di-Fermare-il-Declino e, tra i molti altri, il ma-renzi-e-civati-devono-stare-insieme (detta mozione Litfiba)

In tutto questo, alla sua scrivania, nella sala di Clemente VII in Palazzo Vecchio, Matteo Renzi, alla ricerca di una nuova strategia e narrativa, alla ricerca dei punti futuri del suo storytelling, starà probabilmente studiando schemi e scenari possibili.

Primo scenario, Matteo si candida, entra in una battaglia nel fango, dentro un partito avverso, senza la certezza vera di vincere (e quindi, dopo, niente corsa per la priemership), e mettendo in discussione buona parte del suo consenso esterno al partito che difficilmente potrebbe poi ritrovare da segretario di partito.

Secondo scenario Matteo appoggia un fedelissimo con due rischi immediati, il primo di non vincere, il secondo di apparire un manovratore.

Terzo scenario Matteo alza le mani, con un pretesto qualsiasi dei numerosi che la scandalosa gestione della dirigenza nazionale gli mette a disposizione, abbandona la battaglia e, senza nessun’accordo, sostiene l’outsider, antagonista al governo attuale e che gli possa assicurare la contendibilità della premiership per il dopo Letta.

Sarà forse per l’essere un renziano della prima ora e un civatiano dell’ora ancora prima, sarà forse solo fantapolitica, ma credo che, alla fine, il terzo scenario, sarebbe il più sensato e, magari, quello che Matteo, nella sua geniale imprevedibilità, potrebbe decidere di seguire.

Coraggiosi prendete il comando!

Coraggiosi prendete il comando!

Non sto seguendo con grande passione tutto il dibattito sulle regole congressuali che il PD sta mettendo in fila per l’elezione del prossimo segretario
É un tema che credo importi a pochi, non tanto per una pur legittima questione di disinteresse, ma anche più significativamente per una questione di sostanza. Non c’é più tempo in questo paese per paletti. Non c’é più tempo e non c’é più spazio per inutili mediocri burocrati del “si ma però”, dei regolamenti e dei tavoli di confronto.

L’Italia é un paese che altro che i giusti come la vedeva il “povero” Bersani, ha bisogno di coraggiosi! Perché ci vuole del fegato a rimanere di qui delle Alpi, perché ci vuole un grandissimo coraggio per pensare che ci possa essere ancora speranza.
Quindi, fatevi da parte burocrati inutili con le vostre certezze del colore grigio della vostra ombelicalitá. Voi soldati alle porte dei recinti di interessi di parte, che siate l’inamovibile sindacato, che siate l’associazione di categoria, che siate ciò che vi pare, é il tempo di chi ha coraggio di cambiare gli schemi e le regole del gioco.

Sto leggendo in questi giorni il libro “Cambiamo tutto!” di Riccardo Luna. Una lettura entusiasmante e che ti rimette in pace con il mondo, di uno dei migliori rappresentanti della corrente dei “different thinker” italiani. Un bel libro che consiglio e che forse poteva avere nel titolo un suo passaggio di 3 parole che mi sono segnato su un postit arancione e attaccato davanti al monitor del PC: Erro, ergo, innovo.

Questo paese ha bisogno di innovare, ha bisogno terribilmente anche di sbagliare se necessario, ma tutto meno che protrarre uno stato di cose che ci tiene chiusi dentro l’uovo in cui siamo.

So che posso risultare monotono e patetico ma il mio pensiero continua a correre a quel 2 dicembre quando facendo a fette il nostro futuro chi aveva l’Occasione si é mangiato tutto, chi aveva il mazzo migliore ha lascito il tavolo senza giocare.

Non so se è quali nuove occasioni si potranno costruire nel futuro, da mesi ne vado alla ricerca senza scovarne una chiara traccia, oggi ci ho pravato andando a sentire a Milano Riccardo Luna e Stefano Boeri, questo prossimo week end ci proverò a Reggio Emilia con Pippo Civati, Renato Soru e alcuni altri http://www.ciwati.it/w/.
Ma, ad ogni modo, se gli innovatori non si sederanno al tavolo rimettendo i loro destini persali ad una strategia collettiva e ad un interesse futuro nulla potrà veramente cambiare.

Coraggiosi prendete il comando! Sbrigatevi! Fatelo insieme!